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All'improvviso GIBBERISH: la MILF di coppia


di Membro VIP di Annunci69.it Gibberish
05.01.2025    |    1.853    |    10 9.0
"Mentre ero in bagno, cercando di decidere quale fosse il miglior momento per segarmi e sborrare, il mio sguardo cadde sulle tettone nude di Tamara che con..."
leonardodavinci1989 ci ha dedicato un suo racconto....
Lo ringraziamo per averlo condiviso.

All' improvviso GIBBERISH: la MILF di coppia.

La mia nuova auto rombava lungo la strada costiera, un serpente di asfalto ondulato che si snodava tra gli ulivi e il blu cobalto del mare. Il sole splendeva alto nel cielo azzurro, mentre io, a diciannove anni, mi sentivo sempre più distante dalla tranquillità di quel posto che aveva caratterizzato la mia infanzia. La villa dei miei zii, situata in una località nota del sud, ma un po’ isolata e avvolta da un'atmosfera di quiete estiva, rappresentava ormai per me una prigione dorata. Ferragosto era un must di famiglia: un’occasione per ritrovarsi, ma io avrei preferito perdermi in qualche festa tra coetanei, piuttosto che obbligarmi a partecipare a pranzi interminabili e conversazioni su giardinaggio e ricette.

Arrivai nei pressi della villa poco prima di mezzogiorno. Chiesi al navigatore di indicarmi il bar della spiaggia, un piccolo locale che serviva colazioni semplici e veloci; quel giorno, il mio obiettivo era esclusivamente un caffè nella tranquillità del mare. Nonostante le aspettative, la spiaggia si presentava desolata: il sole batteva forte e la maggior parte degli avventori era già assorbita dalla preparazione dei pranzi all'interno delle ville.

Nel bar, solo una coppia condivideva un tavolo all’angolo della terrazza. Lei, una signora bionda, con curve generose e un sorriso accattivante, si rivolgeva al marito con una naturalezza che attirò subito la mia attenzione. Decisi di buttarmi e, dopo aver scambiato un veloce buongiorno e buon Ferragosto con il barista, mi girai verso di loro.

“Buongiorno e buon Ferragosto anche a voi!” dissi, cercando di mascherare l’imbarazzo dietro a un sorriso disinvolto.

La signora mi guardò, il suo sguardo si incrociò con il mio in un gioco di scintille. Sentii il battito del mio cuore accelerare. Anche il marito, un uomo snello dal forte accento toscano, lanciò un’occhiata verso di lei, poi a me. Il suo sguardo mi sembro compiaciuto o quantomeno non infastidito e questo mi spinse ad osare di più.

“Non andatevene prima delle due" aggiunsi con una battuta, “così il barista di oggi lavorerà di più. Di solito si limita a fare solamente il proprietario!”

Il marito colse il tono giocoso della mia affermazione e, con un sorriso complice, mi invitò a sedermi con loro. “Siamo qui in vacanza per visitare degli amici conosciuti in crociera,” spiegò, mentre la signora non allontanava lo sguardo dal mio. Era un’attrazione palpabile, carica di tensione e curiosità.

Mentre parlavamo, notai come Tamara, la signora, mi sfiorasse con una gamba, un gesto involontario che fece correre brividi lungo la mia schiena. Scusandosi per il contatto, appoggiò la mano sulla mia coscia, strofinandola lievemente. La sua mano rimase lì più a lungo di quanto un estranea avrebbe osato: fu un momento di pura elettricità che mi lasciò senza parole.

All’improvviso, entrambi fummo distratti dai cellulari: messaggi in arrivo che segnalavano la necessità di andarsene. Il signor Stefano, apparentemente consapevole della bizzarria dell’aria che ci circondava, si offrì generosamente di darmi un passaggio, ma io, schermendo un sorriso che celava la frustrazione, spiegai che avevo la mia spider parcheggiata proprio lì davanti.

“Purtroppo, ho già un noioso pranzo di Ferragosto di famiglia,” dissi, ma a quel punto, non potei fare a meno di aggiungere che, se anche loro fossero stati in zona, ci saremmo potuti incontrare più tardi. “Verso le sei, qui al chiosco, per un aperitivo,” proposi, sforzandomi di mantenere la calma mentre il cuore martellava nel petto.

Tamara, timida ma intrigata, annuì, mentre Stefano esclamò con entusiasmo che sarebbe stato un piacere. Ci lasciammo con una stretta di mano tra uomini e un abbraccio affettuoso da parte di Tamara, i cui due baci sulle guance si trasformarono in un gesto più prolungato. In quell’istante, sentii naturale far scivolare la mano sul fianco della signora la quale non si scompose e mi sorpresi mentre i suoi due baci quasi casti facevano danzare la mia mente di desideri.

“Allora a più tardi,” dissi, allontanandomi mentre lottavo per mantenere la compostezza.

Durante il tragitto verso la villa, tutto ciò che riuscivo a pensare era alla dolcezza proibita di quel bacio, a come la mia estate potesse trasformarsi in una meravigliosa avventura.

Arrivai in villa con il cuore leggero e un sorriso a trentadue denti. La mia famiglia mi accolse con abbracci e risate, come sempre accadeva durante le riunioni estive. In un attimo, ero avvolto nell'abbraccio caloroso dei miei cari, ognuno felice di rivedermi. “Ehi, il nostro giovanotto! Dove sei stato, a conquistare il mondo?” mi sfruculiò mio cugino, ridendo. “Sì, mi conosci, proprio così!” replicai, mentre la mia gioia si rifletteva in mille battute e commenti.

La villa era piena di vita e risate, il profumo del pranzo che stava cuocendo in cucina si mescolava ai suoni del mare in lontananza. Le mie chiacchiere si intrecciavano, creando un'atmosfera vivace e caciarona. Eppure, tra tutta quella confusione, io avevo un pensiero fisso: l'incontro avvenuto poco prima al bar della spiaggia. Era come se un fil rouge mi legasse a Tamara, e non riuscivo a togliermi dalla testa la dolcezza del suo profumo, il calore di quel contatto fugace.

Dopo un po’, il cancello della villa si aprì e una serie di voci familiari si alzò, anticipando l’arrivo degli ospiti che i miei zii avevano menzionato. “Fate silenzio, avremo nuovi ospiti!” Mi dicevano, invitandomi a mantenere una certa compostezza. Ma perché dovrei? Pensai, ancora immerso nella mia euforia giovanile, mentre continuavo a scherzare con i miei.

Ed ecco che entrarono. Non potevo credere ai miei occhi. L’incredibile si materializzò davanti a me: la signora Tamara e il marito Stefano! Erano proprio loro, gli stessi conosciuti al bar, con quella bellezza enigmatica che mi aveva colpito a tal punto. La scena era quasi surreale; un piccolo gioco del destino che mi sembrava ridicolmente ironico.

Sui volti di Tamara e Stefano si leggeva un velo di formalità. Entrarono in modo piuttosto freddo e distaccato, mentre i miei familiari si affrettavano a presentarli. Ci scambiammo le mani, ma rimanemmo in silenzio, come se ci fossimo appena scoperti in un gioco di amare sorprese. “Ciao, sono Tamara,” disse lei con un sorriso, ma era un sorriso che mascherava quel sottile gioco di tensione che avevo percepito alla spiaggia. Stefano si presentò a sua volta, mantenendo un’apparenza composta che contraddiceva il calore che avvertivo nei loro sguardi.

Io non riuscivo a distogliere lo sguardo da Tamara, che brillava di una grazia sottile. Era alta mediamente, con capelli corti e biondi incorniciati da un paio di orecchini lucenti. Il suo seno prosperoso era evidenziato da un bikini rosso che sembrava creato apposta per lei, mentre il pareo con fiori, quasi trasparente, le avvolgeva il corpo in modo seducente. Notai che il pareo, in spiaggia era legato in vita mostrando ampiamente il seno della signora, mentre in casa degli zii lo usò per coprirsi anche il seno, ma sebbene volesse sembrare meno esplicita, in tal modo dava delle aperture e delle trasparenze suggestive che rendevano ancora più appetitosa la vista della sua scollatura. La bellezza di Tamara era una poesia scritta col corpo, capace di evocare desideri e fantasie in un modo inquietante.

Mentre i miei zii chiacchieravano con la coppia, io cercai di capire se ci fosse un modo di avvicinarmi di nuovo a lei, tornare a quel momento di spontanea intimità da bar. Le parole dei miei familiari si mescolavano attorno a noi, ma il mio pensiero si concentrava solo su Tamara e su come la sua presenza potesse influenzare il Ferragosto. In fondo, riflettei, forse anche questo pranzo di famiglia avrebbe avuto alcuni piccoli e divertenti colpi di scena. Chissà se il marito si era reso conto dell’aria di complicità che aleggiava tra noi. Una cosa era certa: il mio pomeriggio si preannunciava molto più interessante di quanto avessi mai sperato.

Mentre parlavo con gli altri ero attento alle conversazioni di Stefano e Tamara per cercare di conoscerli meglio. Tamara risvegliava in me tutto i desideri più proibiti. Fu così che appena sentii che dovevano farsi la doccia e cambiarsi per il pranzo mi venne in mente una cosa. Conoscevo bene la villa degli zii e sapevo che per semplicità di realizzazione la doccia esterna per ripulirsi dal sale e dalla sabbia era all’esterno del bagno di servizio del piano terra. Era stato più semplice trovare il tubo dell’acqua e me era dietro casa in un posto più riservato. L’unico errore era che la doccia era esattamente alla finestra del bagno. Fu così che corsi in quel bagno e aperta la finestra opaca per vedere meglio aprii leggermente l’inclinazione della persiana (dall’esterno non avrebbero mai pensato a questo perché c’era una grossa e pesante grata che impediva l’apertura completa. Andai in bagno senza dire niente a nessuno e chiusi la porta a chiave.

Mentre ero nel bagno, sentii Stefano e Tamara avvicinarsi alla doccia esterna. Lui fu il primo a fare la doccia, e Tamara lo aiutò a insaponarsi leggermente. Poi fu il turno di Tamara, e lei chiese al marito di andarle a prendere un altro asciugamano per i capelli.

Dimenticai che erano ospiti da qualche giorno in casa e sapevano dove fosse il bagno al piano terra. Preso dall'ammirazione per Tamara, non mi accorsi che Stefano arrivò alla porta del bagno e tentò di aprirla, trovandola chiusa. Mi rincuorai quando si arrese.

Sentii tornare Stefano dopo un po', solo perché Tamara disse: "Ma che fine hai fatto? Ho finito già da un pezzo". Poi sentii bisbigliare. Il silenzio seguente fu rotto dal suono della doccia.

Tamara riprese la doccia, facendo scorrere le mani sul suo corpo con delicatezza. Usò lo shampoo per pulirsi i capelli, poi con gesto ambiguo scosse lo sciampo e si schizzò addosso per poi spalmarsi addosso il sapone sulle tette. A un certo punto, si avvicinò di più alla finestra, ma non potei vedere cosa stesse facendo esattamente.

Stefano aveva capito che io ero lì e aveva dato il via a Tamara per iniziare... qualcosa. Non sapevo cosa stesse succedendo esattamente, ma sentivo che la situazione stava diventando sempre più tesa.

Era iniziata come una mattina come tante altre, ma quella Tamara aveva deciso di far risvegliare il mio cazzo aveva con un appetito vorace. Mentre ero in bagno, cercando di decidere quale fosse il miglior momento per segarmi e sborrare, il mio sguardo cadde sulle tettone nude di Tamara che con bikini testo giù raccoglievano l’acqua della doccia ed i suoi capezzoli la schizzavano verso la finestra. Era come se mi stessero chiamando, invitandomi a d innaffiarle mentre lei le accarezzava in maniera circolare.

Preso dall'entusiasmo, afferrai il mio cazzone e lo impugnai a due mani, pronto a sfogare la mia energia sulle tettone della signora Tamara. Cominciai a sbattere il cazzo fino ai coglioni con una foga che non avevo mai provato prima. Il rumore delle palle che si schiantavano contro il bordo delle mie mani era quasi musicale, e io mi sentivo come un direttore d'orchestra che guidava i suoi musicisti verso un finale trionfale.

Il rumore doveva essere stato piuttosto forte, perché penso che si sentisse anche da fuori. Non mi importava, ero troppo impegnato a menarmi il cazzo per preoccuparmi di cosa pensassero gli altri.

Mentre la signora Tamara si esibiva nella doccia, forse incitata dal marito, si spinse oltre. Io ero con il cazzo in mano e quando lei scrutò attraverso la finestra e la sua espressione cambiò da sorpresa a invito, quando mi disse con voce bassa e con tono sensuale e giocoso: “vieni Leo, vienimi addosso, vienimi in faccia” mentre sì mungeva le tettone e mi attendeva a bocca spalancata e lingua stesa. Io, preso dalla eccitazione e dal desiderio di partecipare a questo gioco erotico, tentai di aprire ulteriormente la finestra per poter sbatterle in cazzo in bocca. Tuttavia, la finestra sembrava essere più resistente del previsto e non riuscii ad aprirla abbastanza per raggiungere la sua faccia. La signora Tamara, rendendosi conto della situazione, mi chiese esplicitamente - sempre con voce bassa e porca - di spruzzarle addosso tutta la sborra che avevo, attraverso lo spiraglio aperto della finestra; un gesto che aggiunse un tocco di assurdità e divertimento alla scena già surreale.

Ma proprio mentre le sborrai addosso, sentii il marito che chiamava Tamara per andare via e dirigersi verso le loro stanze per prepararsi. Pensai che dovevano aver pensato che fossi impazzito, dato il fracasso che avevo fatto. Non potevo biasimarli, anch'io mi sentivo un po' strano. Però completai al meglio la sborrata seppure a distanza, inondando di caldo e cremoso sperma il viso le tettone e le mani della signora Tamara che avevano tentato di afferrarmelo.

La foga era tale che schizzai anche la finestra, lasciando una macchia di sborra anche sulla persiana e sul vetro.

Tuttavia, non mi lasciai abbattere dalla loro partenza improvvisa. Ero pronto per il dopo, qualunque cosa accadesse. Lavai tutto ciò che avevo imbrattato e mi feci una doccia veloce per calmare i nervi.

Uscii dalla mia stanza al piano rialzato e mi affacciai dalla finestra, trovandomi nuovamente la signora Tamara che stava sul lettino prendisole. Si era acconciata i capelli, aveva un abitino arancione e i piedini deliziosi racchiusi in degli eroticissimi zoccoli in pelle con tacco in legno. Dall’alto potevo ancora una volta ammirare le forme della donna che avevo appena sborrato e che avrebbe svoltato la mia giornata. La stavo ammirando con una voglia matta di scoparla, quando vidi che stava scorrendo delle immagini dal suo portatile. Sembrava stesse lavorando e la sua veste di donna imprenditrice mi eccitava ancora di più. In realtà, capii che era sul lettino, con spalle rivolte verso la siepe e quindi al riparo da occhi indiscreti. Notai dall’alto che era sul sito “annunci69”. Non conoscevo ancora quel sito, cosi in un batter d’occhio, corsi al pc, mi feci un account velocemente e esplorai i profili incluso quello che avevo visto dalla signora. “Gibberish” era il suo profilo insieme al marito. Erano una coppia libertina frequentatrice di spiagge nudiste e club privee, in esplicita ricerca di giovani stalloni per la signora. Mi sembrava di vivere in un sogno erotico! Tuttavia, fu quando osservai le foto porche fatte di notte sul lettino della piscina nella villa degli zii che mi resi conto con chi avevo a che fare e che non mi sarei mosso da quella villa fin quando non se ne sarebbero andati!!!!



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